Casentino / Poppi (AR)
luglio / ottobre 2023
Il monastero di Camaldoli è pronto a raccontarsi come mai prima d’ora, aprendo, per la prima volta nella sua millenaria storia “le porte”: si tratta di un’irripetibile occasione per scoprire e conoscere un patrimonio rimasto per secoli nascosto, poiché conservato entro gli ambienti claustrali del cenobio.
I visitatori, immergendosi nella spiritualità e nella cultura camaldolese, potranno ammirare ambienti “segreti”, dove solitamente l’accesso è severamente proibito e “scoprire” inediti tesori: tramite esclusive visite, saranno quindi finalmente rivelati numerosi spazi, come l’antisagrestia, la sagrestia con i suoi tesori, l’ex Capitolo oggi cappella della Madonna del Conforto, il Coro della clausura affacciato sulla chiesa dove sono custodite le predelle di Giorgio Vasari ed infine il laboratorio dove si producono sapientemente i liquori venduti nell’Antica Farmacia e la Biblioteca Moderna, inaugurata nel 2021 e dedicata ad Odoardo Baroncini.
ORARI DI APERTURA
Tutti i sabati e le domeniche fino a fine ottobre (verificare SEMPRE le aperture contattando l'info line - 334 8950295, anche whatsapp)
Orario continuato dalle 10.30 alle 16.30 (ingressi ogni 45 minuti circa)
Nel calendario potrete prenotare soltanto alcuni turni di visita nel fine settimana (che saranno MENO di tutti quelli effettuati in loco) per avere garanzia dell'accesso
Turni di visita prenotabili:
Sabato: ore 10.30, 14.30 e 16.30 (con possibilità di aperitivo)
Domenica: ore 14.30 e 16.30 (con possibilità di aperitivo)
Nota bene (APERITIVO)
La visita delle 16.30 può comprendere anche l'aperitivo (degustazione di un calice di vino di produzione monastica e un tagliere con stuzzichini) affacciati sul suggestivo nel chiostro "dei Fanciulli" al prezzo (visita + aperitivo) di 15.00€ a persona
INFO E PRENOTAZIONI (NON obbligatoria):
Info line: 334 8950295 (anche via whatsapp)
Per i turni su prenotazione del fine settimana si invita a prenotarsi attraverso l’apposito calendario in fondo a questa pagina
La prenotazione è gratuita (il pagamento sarà richiesto in loco)
Biglietti e costi:
0-16 (se accompagnati - NO gruppi, gite o scolaresche) = anni gratuito
0-16 visita al Monastero + aperitivo = 5.00 € (solo turno delle 16.30 nel fine settimana da prenotare)
+ 16 visita al Monastero = 10.00 €
+ 16 visita al Monastero + aperitivo = 15.00 € (solo turno delle 16.30 nel fine settimana da prenotare)
- Guide turistiche nell'esercizio della propria attività munite di tesserino (NON visite private) = gratuito
INGRESSO DISABILI
Mazzafirra riserva l’ingresso gratuito a tutti i visitatori disabili con invalidità certificata (da presentare all’ingresso) superiore al 74%. In caso di non autosufficienza, la gratuità è estesa anche ad un accompagnatore.
N.B. Il percorso NON è ACCESSIBILE ai DISABILI con ridotte o impedite capacità motorie
In caso di MALTEMPO?
La visita, in caso di maltempo, verrà effettuata lo stesso. Ricordiamo che il percorso è praticamente tutto al coperto
CANCELLAZIONE DELLA PRENOTAZIONE:
La disdetta è gratuita se viene comunicata all’organizzatore almeno 48 ore prima del giorno prenotato.
In caso contrario verrà richiesto di pagare l'intera somma della prenotazione (con paypal o bonifico), ma con la possibilità di recuperare la visita nel primo giorno utile.
Gruppi:
Per gruppi numerosi (superiori a 10) non esitate a contattarci per aperture straordinarie e prezzi agevolati
ATTENZIONE!!!
PER TUTTO IL MESE DI OTTOBRE IL PASSO DEI MANDRIOLI SARA' CHIUSO DALLE ORE 08.00 ALLE 18.00 ANCHE NEL FINE SETTIMANA
Nota bene:
- La biglietteria si trova all'ingresso del Monastero di Camaldoli sotto il loggiato posto davanti al sagrato della chiesa e alla portineria;
- Il percorso NON è ACCESSIBILE ai DISABILI con ridotte o impedite capacità motorie;
- I cani NON possono accedere al percorso di visita, ma offriamo un servizio di dogsitting all'ingresso;
- Il percorso dura circa 1.30 ore e potrà subire variazioni, anche senza preavviso, in base alle esigenze della comunità monastica;
- Si raccomanda di arrivare almeno 15 minuti prima dell’orario prenotato; la VISITA partirà sempre puntuale e non sarà possibile attendere nessun ritardatario;
- In caso di disdetta è obbligatorio dare preavviso all’organizzatore almeno 48 ore prima del giorno prenotato.
Il complesso monastico di Camaldoli, Sacro Eremo e Monastero, venne fondato da san Romualdo di Ravenna secondo la tradizione intorno al 1012; l’anno compare per la prima volta nella deposizione resa da Raniero, priore del monastero camaldolese di San Michele di Arezzo, al processo di Perugia (1216-1220), durante il quale furono definiti i termini del giuspatronato del vescovo di Arezzo su Camaldoli. Una seconda tradizione si fonda sul diploma concesso da Teodaldo, zio di Matilde di Canossa, vescovo di Arezzo dal 1023 al 1036, con il quale dona all’eremita Pietro e ai suoi confratelli la chiesa di san Salvatore a Camaldoli. Tali avvenimenti vennero fedelmente riportati nelle Costituzioni di Rodolfo I, priore generale dal 1074 al 1087.
Il santo ravennate, dopo l’edificazione dell’eremo, trovò più in basso un luogo chiamato Fonte Buono (nome preso dalla fonte che riforniva di acqua il complesso), sulle rive di uno dei rami dell’Archiano cantato da Dante (Purgatorio V, 94), dove costruì una casa e vi stabilì un monaco con tre conversi per accogliere gli ospiti che arrivavano, affinché l’eremo rimanesse appartato e lontano «dai rumori del mondo».
Al tempo di Rodolfo I, dunque, l’ospizio divenne anche sede del noviziato dove chiunque avesse intrapreso la vita monastica sarebbe stato formato secondo la regola di san Benedetto e, solo successivamente, fu trasformato in un monastero vero e proprio.
La chiesa del monastero, intitolata ai santi Donato e Ilariano, si presenta nella veste elegante assunta coi lavori di riassetto condotti tra il 1772 e il 1775 su progetto del fiorentino Giulio Mannaioni: interventi che determinarono una vera e propria ricostruzione dell’edificio esistente – che risaliva al Cinquecento –, il quale fu allungato, innalzato e provvisto di cappelle laterali.
La decorazione murale del tempio rinnovato venne affidata al fiorentino Santi Pacini, che la compì entro il 1776. Per ampiezza si segnala, di quest’artista, il grande affresco nella volta della navata – detto la “Nuvola” –, con la Gloria della Trinità, l’Assunta e i Santi Romualdo e Benedetto, purtroppo sfigurato da un invasivo “restauro” condotto dal figlinese Antonio Righi nel 1843.
Allo stesso Pacini – uno dei campioni del nuovo classicismo che andava vieppiù permeando l’ambiente fiorentino –, furono assegnate quattro grandi tele centinate con fatti della vita di San Romualdo: due alloggiate su altrettanti altari di navata, le restanti poste alle pareti laterali della cappella maggiore, a fiancheggiare la grande Deposizione del Vasari (1539-40), ricollocata nel nuovo edificio con le altre tavole condotte dal maestro aretino per la chiesa cinquecentesca a partire dal 1537.
La Deposizione citata stava al centro della smantellata “macchina” dell’altar maggiore, del quale erano parte anche i due pannelli coi santi Donato e Ilarione e Romualdo e Benedetto, ora appesi in navata, le otto tavolette che si lasciano oggi ammirare, entro la partitura decorativa settecentesca, nel coro monastico , e le due, sistemate a mo’ di sovrapporte, ai lati dell’altare maggiore. Questo impegnativo cimento chiudeva un percorso avviato dal Vasari con la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista e Girolamo (1537), e proseguito col celebre notturno della Natività, orgogliosamente firmata e datata 1538. Poste, col rifacimento settecentesco, a fronteggiarsi nelle due cappelle di navata più prossime al presbiterio, queste due ultime tavole ornavano in origine gli altari del perduto “tramezzo”, affrescato dallo stesso Vasari.
Le porte che fiancheggiano l’altare maggiore conducono nell’antisagrestia, dalla quale si accede alla sagrestia vera e propria. Qui trova posto una tarda copia della Visione di San Romualdo di Andrea Sacchi ora alla Pinacoteca Vaticana.
Ancora dall’antisagrestia, mediante una scala, si sale alla cappella della Madonna del Conforto e al coro dei monaci. Quest’ultimo dispiega una ricca decorazione ad affresco, dovuta ancora una volta, almeno per la parte figurale, ai pennelli di Santi Pacini e meno compromessa dai successivi interventi di “ripristino”. Tra le opere mobili che decorano il nobile ambiente, oltre le rammentate tavolette vasariane, merita attenzione una bella pala con l’Annunciazione, riferita per tradizione a Stefano Veltroni, cugino del Vasari e suo collaboratore (anche a Camaldoli), ma di difficile decifrazione stilistica. Vi è poi un Crocifisso ligneo cinquecentesco (recentemente restaurato e già conservato nell’aula capitolare della chiesa dell’Eremo) che presenta un modellato condotto con buone conoscenze tecniche e una interpretazione formale ispirata dall’arte fiorentina del tempo.
La contigua cappella, di garbato aspetto neoclassico, prende il nome dall’immagine della Madonna del Conforto posta sull’altare, copia di quella, veneratissima dal tardo Settecento, traslata nella cattedrale di Arezzo da un terreno di proprietà dei camaldolesi presso Porta San Clemente. Ai lati dell’altare, entro ricche cornici tardobarocche, due modeste tavole forse di tardo Cinquecento, con San Romualdo e San Benedetto. Sulla parete destra è una buona tela fiorentina di secondo Seicento con San Luca Evangelista, opera di un artista della cerchia di Carlo Dolci.
Nei mesi che seguirono l’assassinio di Alessandro de’ Medici il 6 gennaio 1537, il ventiseienne Vasari accolse l’invito dell’amico umanista Giovanni Pollio Lappoli, detto il Pollastra, a recarsi a Camaldoli per «ritemprare lo spirito nell’altissimo giogo dell’alpe». Fu grazie all’appoggio del Lappoli che il giovane artista ottenne la prima commissione per la chiesa dell’Archicenobio, la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista e Girolamo – ambedue “romiti” –, che lo impegnò per due mesi nell’estate del 1537.
Il favore ottenuto dalla pala valse al Vasari l’incarico della Natività, che stando ai Ricordi dell’artista gli fu ordinata nel giugno del 1538; quindi quello, nell’agosto dello stesso anno, di decorare a fresco la “facciata” del tramezzo cui le due tavole erano destinate.
L’ottima riuscita, in particolare, del notturno della Natività fece del Vasari l’artista ufficiale del monastero, che gli affidò nel 1539 l’insieme di tavole per l’altare maggiore, terminato nel 1540.
Soprattutto la grande Deposizione che ha mantenuto il posto d’onore nella chiesa settecentesca, dà la misura piena della formidabile crescita formale compiuta dall’artista rispetto all’esordio in Casentino di soli tre anni prima.
Nelle Ricordanze, il Vasari descrive, oltre quello principale, gli altri dipinti per la “macchina”: le due tavole «dalle bande», ora nella navata, e «sotto nel ornamento... nella predella tredici storie a tempera che fussino in figura del Sacratissimo corpo di Cristo Gesù». Ne restano dieci.
Minor fortuna è toccata al più tardo Cristo nell’orto conservato nella cappella dell’Infermeria dell’Archicenobio, declassato al rango di “copia” dell’analogo dipinto del Museo di Tokyo, ma le cui buone qualità dichiarano una almeno parziale autografia del maestro aretino.
La storia della Spezieria di Camaldoli non è separabile da quella dell’Ospizio del Monastero fondato, secondo le Costituzioni del priore Rodolfo I (1074-1088), dallo stesso san Romualdo. La Spezieria annessa all’Ospedale, dopo l’incendio del 1276, fu ricostruita nel 1331. Per lo sviluppo dell’arte speziale sono fondamentali gli indirizzi contenuti nella Regola della vita eremitica (1520) di Paolo Giustinian. Dal 1460 gli Speziali iniziarono a produrre liquori a scopo medicamentoso, la cui produzione conobbe un incremento soprattutto alla fine dell’Ottocento.
La biblioteca moderna, inaugurata nel 2021, è stata realizzata recuperando i fondaci del Monastero di Camaldoli ed è intitolata al camaldolese Odoardo Baroncini, archivista e bibliotecario di inizio XVIII secolo; ospita circa 35.000 volumi fra monografie e riviste, oltre ad alcuni fondi speciali.
La nuova struttura accoglie anche l’archivio storico della comunità camaldolese; il fondo diplomatico conta 2020 pergamene (dal 1022 al 1939), il fondo “Carte sciolte”, raccolte in 246 cassette, contiene diversi autografi di illustri personaggi.
AMBIENTI VISITABILI
Il percorso potrà subire variazioni (anche senza preavviso) in base alle esigenze della comunità monastica
Il suggestivo interno della chiesa dedicata ai santi Donato e Ilariano con la "Nuvola", affresco della volta realizzato da Santi Pacini
A dominare la chiesa è il capolavoro di Giorgio Vasari raffigurante la "Deposizione"
Lo splendido notturno della "Natività" di Giorgio Vasari
La sagrestia claustrale del monastero di Camaldoli con la copia del dipinto di Andrea Sacchi
Il monastero di Camaldoli si trova nel cuore del Parco nazionale delle Foreste casentinesi, monte Falterona e Campigna; la Riserva Biogenetica di Camaldoli è attualmente gestita dal Corpo Forestale dello Stato ma i monaci di Camaldoli se ne sono sempre presi cura con passione e dedizione. Qui crescono gli abeti bianchi e tra gli animali si possono vedere, con un po’ di fortuna, cervi, daini, caprioli cinghiali e lupi.
ATTENZIONE!!!
PER TUTTO IL MESE DI OTTOBRE IL PASSO DEI MANDRIOLI SARA CHIUSO DALLE ORE 08.00 ALLE 18.00 ANCHE NEL FINE SETTIMANA
IN AUTO
Da Firenze:
Da Firenze, in circa un'ora e mezza, si raggiunge prendendo il Passo della Consuma, dopo Poppi si seguono le indicazioni per Soci ed i cartelli per il Monastero e poi per il Sacro Eremo.
Da Roma:
Dall’Autostrada A1 prendere l’uscita per Arezzo, da qui proseguendo attraverso il raccordo autostradale si arriva in circa 45 minuti, percorrendo la Strada Regionale 71 Umbro Casentinese Romagnola sempre in direzione di Poppi, dopo di che il tragitto prosegue per Soci, da qui si seguono le indicazioni per il Monastero di Camaldoli.
IN TRENO
Dalla stazione di Arezzo prendere il treno del Casentino e scendere a Bibbiena, da qui è possibile raggiungere il monastero di Camaldoli con il Bus (vedi sotto).
IN AUTOBUS
Da Firenze è possibile arrivare a Bibbiena (anche alla stazione ferroviaria) con il pullman della SITA (Linea SI 90) che parte dall'autostazione di fronte alla stazione ferroviaria Firenze Santa Maria Novella. Da Bibbiena si prosegue per Camaldoli con il pullman delle AUTOLINEE TOSCANE Bibbiena – Camaldoli. Da questo link è possibile scaricare gli orari.
Il coro della clausura con l'affaccio sulla chiesa, gli affreschi di Santi Pacini e le predelle di Giorgio Vasari
La cappella della Madonna del Conforto nel piano superiore del monastero
La Biblioteca moderna, inaugurata nel 2021, è dedicata a Odoardo Baroncini
L'Antica Farmacia dei monaci camaldolesi
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