La mostra al convento di San Francesco a Fiesole
Francesco Traversi
Divini splendori: un evento unico nel panorama storico-artistico nazionale, che si svolgerà contemporaneamente in due sedi, il Santuario della Verna (Arezzo) e il convento di San Francesco a Fiesole (Firenze), che apriranno le loro centenarie “porte” permettendo non soltanto di vedere e conoscere capolavori d’arte, manufatti e documenti solitamente non visibili al pubblico, ma anche di visitare ambienti inaccessibili tramite visite esclusive.
Si tratta di un’irripetibile occasione per scoprire e conoscere un patrimonio rimasto per secoli celato alla vista dei più, poiché conservato entro gli spazi claustrali dei due conventi, in cui arte, storia e spiritualità si intrecciano in maniera indissolubile.
Fulcro dell’intero percorso espositivo sarà il “filo rosso” che unisce tutti quei capolavori d’arte mai visti – in parte già presenti alla Verna e a Fiesole, ma preclusi al pubblico; in parte provenienti dai depositi della Curia Francescana di San Francesco Stimmatizzato (Firenze) – giunti in questi luoghi dai numerosi conventi francescani soppressi o chiusi nel corso del secolo passato.
Sul Colle Lunato si insediarono nel corso del Trecento alcune romite, le quali fecero edificare attorno all’antica rocca etrusca modeste strutture e una piccola chiesetta intitolata a Santa Maria del Fiore.
Per interesse della famiglia Del Palagio, ad un passo dal XV secolo, quei terreni passarono ai francescani che successivamente avrebbero dato vita ad un articolato complesso conventuale e aggiornato l’architettura della chiesa, che a partire dal 1516 venne consacrata con la sua nuova intitolazione a San Francesco. Le due soppressioni che nell’Ottocento misero in ginocchio gli osservanti fiesolani, fortunatamente non cancellarono tutti i segni che contraddistinguevano quel
sito religioso. Ancora oggi possono ammirarsi il trittico quattrocentesco di Bicci di Lorenzo, un tempo all’altar maggiore della chiesa, le pale d’altare cinquecentesche di Filippino Lippi (con Raffaellino del Garbo) e Piero di Cosimo, il Refettorio affrescato con l’Ultima Cena, ed altri lavori custoditi nelle sale del convento. Sul finire dell’Ottocento il complesso francescano (fra i primi ad accogliere, assieme a quello cortonese, la Riforma dell’Osservanza) fu al centro di una
rinascita artistica, iniziata con i soggiorni degli artisti stranieri Karl Plückebaum e Johannes Verkade, e proseguita con il progetto di rinnovamento della chiesa affidato al Castellucci, che servendosi di valide maestranze, a partire dal 1907, puntò ad un ripristino delle origini e ad una decorazione in stile (cui farà seguito la Cappella di Sant’Antonio); nell’occasione vi vennero fatte collocare tre antiche tavole (Cenni di Francesco, Neri di Bicci, il Maestro dell’Epifania di Fiesole) provenienti dai depositi delle Gallerie fiorentine. Ma la devozione dei pittori Baccio Maria Bacci e Primo Conti, o ancora la frequentazione da parte di Albert Einstein e altri intellettuali del tempo, costituiranno per il convento un’epoca di ritrovata armonia e grande spiritualità.
Baccio Maria Bacci, "San Francesco accoglie e consola un malato" (part.), 1927, Cappella dell’Infermeria
Il Chiostro del Trecento (foto: Jambo Jambo)
Maestro dell’Epifania di Fiesole, "Adorazione del Bambino con i Re Magi e i santi Paolo, Francesco d’Assisi e Giovanni Battista" (part.), Chiesa
Una cella del Conventino (foto: Feldore McHugh)
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