La mostra per il Presidente della Repubblica
C.U. Cortoni
La mostra, inaugurata il 21 luglio, intende ripercorrere attraverso i documenti d’archivio il periodo storico nel quale il “Codice di Camaldoli” ha visto la luce. Una prima parte ripropone alcune testimonianze di quella lunga stagione politica che vide instaurarsi sul territorio nazionale i regimi repubblicani (1797-1849), sulla falsa riga della Francia rivoluzionaria; ecco che i documenti ci presentano la figura di Napoleone Buonaparte impegnato nella Campagna d’Italia e l’instaurarsi della Repubblica Cisalpina, per passare poi a Papa Pio IX e all’avvento della Seconda Repubblica Romana nel 1849. Si arriva così al “Codice di Camaldoli”, steso nel 1943 ma pubblicato solo nel 1945, e alla diciannovesima settimana sociale dei cattolici d’Italia, tenuta a Firenze nell’ottobre dello stesso anno. La seconda parte dell’esposizione si sofferma sul periodo fascista(1924-1940), sulla presenza a Camaldoli del Movimento dei Laureati di Azione Cattolica (1934-1945), per chiudere con i documenti legati al periodo della guerra (1943-1945).
Tutti i documenti esposti si conservano presso l’Archivio storico di Camaldoli, la Biblioteca antica “Ambrogio Traversari” e la Biblioteca moderna “Odoardo Baroncini”, sede dell'esposizione.
La biblioteca moderna, inaugurata nel 2021, è stata realizzata recuperando i fondaci del Monastero di Camaldoli ed è intitolata al camaldolese Odoardo Baroncini, archivista e bibliotecario di inizio XVIII secolo; ospita circa 35.000 volumi fra monografie e riviste, oltre ad alcuni fondi speciali.
La nuova struttura accoglie anche l’archivio storico della comunità camaldolese; il fondo diplomatico conta 2020 pergamene (dal 1022 al 1939), il fondo “Carte sciolte”, raccolte in 246 cassette, contiene diversi autografi di illustri personaggi.
L’Archivio Storico di Camaldoli conserva numerose testimonianze di quella lunga stagione politica che vide instaurarsi sul territorio nazionale regimi repubblicani (1797-1849), sulla falsa riga della Francia rivoluzionaria. La campagna d’Italia fu la serie di operazioni militari guidate nel 1796-1797 da Napoleone, a seguito della quale nacque la Repubblica Cisalpina (29 giugno 1797). La Repubblica Cisalpina fu unaRepubblica sorella sottoposta al controllo giacobino, che in Francia nel 1793 aveva dato vita ad una seconda Costituzione del periodo rivoluzionario francese, la prima di tipo repubblicano, detta anche “Costituzione giacobina”. La Repubblica Cisalpina accolse ben volentieri il Tricolore, adottato per la prima volta dalla Repubblica Cispadana il 7 gennaio 1797, che l’11 maggio del 1798 mutò la disposizione dei colori da orizzontali a verticali. Tra le carte del camaldolese veneziano Fortunato Mandelli, che ebbe sotto le sue cure il giovane Mauro Cappellari, poi Gregorio XVI (1831-1846), è conservata l’Allocuzione al popolo da recitare in occasione dell’innalzamento dell’albero della libertà nei territori della Repubblica Cisalpina. Simbolo della Rivoluzione francese, l’albero della libertà veniva piantato nella piazza principale della città per celebrare la caduta dei regimi assolutistici e l’avvento dei governi repubblicani.
Nel 1847 Pio IX avvia alcune riforme importanti: moderata libertà di stampa (15 marzo), un Consiglio dei ministri (giugno), guardia civica (inizio luglio), inaugurazione della Consulta di Stato (novembre), Consiglio comunale di Roma (novembre), come pure si avviarono le trattative per una lega doganale con gli Stati italiani, che apparve come la premessa per un’unificazione federale sul modello giobertiano [G. Martina]. Il 1° agosto dello stesso anno, Giuseppe Mazzini, Antonio Gallenga e Giuseppe Giglioli, dall’esilio londinese, sottoscrissero la circolare dell’Associazione nazionale per la creazione di un Fondo nazionale destinato a promuovere la rivoluzione italiana.
Il 12 dicembre 1942 alla Sezione laureati dell’Azione Cattolica, sotto la guida di mons. Adriano Bernareggi, fu affidato il compito di ricostruire l’Istituto cattolico di attività sociali (ICAS), che dal 18 al 23 luglio 1943 organizzò il convegno di Camaldoli, durante il quale prese forma quel documento conosciuto come il Codice di Camaldoli. Vittorino Veronese, assieme a Sergio Paronetto e Pasquale Saraceno, ne portò a termine l’elaborazione e la pubblicazione. Lo studio, uscito nell’aprile del 1945 con il titolo Per la Comunità cristiana.Principi dell’ordinamento sociale a cura di un gruppo di studiosi amici di Camaldoli, conteneva le linee per un nuovo assetto economico-sociale del Paese, esercitando una grande influenza sulla parte cattolica impegnata nella fase costituente. Nell’introduzione agli Atti della diciannovesima settimana sociale dei cattolici d’Italia, tenuta a Firenze dal 22 al 28 ottobre 1945, e dedicata alla Costituzione e alla Costituente, Vittorino Veronese afferma testualmente che: «Su tale strada, questi Atti hanno il loro precedente nel lavoro Per la Comunità cristiana degli studiosi amici di Camaldoli».
La Biblioteca "Odoardo Baroncini" sede della mostra dedicata al Codice di Camaldoli
Mussolini in Casentino quando incontrò il Card. Vannutelli alla Mausolea, 27 agosto 1924.
Mons. Giovanni Battista Montini, poi papa Paolo VI, al Sacro Eremo con il Rev.mo Padre don Pierdamiano Buffadini, 1947
Lettera del 2 agosto 1847 di Giuseppe Mazzini al “cittadino abate” Giuseppe Zuppani, vicario generale dell’Ordine (1843-1858)
I rapporti con il Fascismo iniziarono molto presto, quando Benito Mussolini intervenne personalmente perla liquidazione dei lavori eseguiti alla Mausolea e del legname acquistato dai monaci di Camaldoli presso la Forestale tra il 1920 e il 1924. L’8 settembre1924 i figli, Edda, Vittorio, e Bruno Mussolini ricevettero la prima comunione nella chiesa del Sacro Eremo, e vennero cresimanti, lo stesso giorno, nella cappella dell’antica villa-fattoria dei monaci, la Mausolea, in località Partina. Al 1936 risale la realizzazione della strada che collega il Sacro Eremo a Badia Prataglia, intitolata al Duce d’Italia. Rachele e Benito Mussolini, assieme a Beniamino Gigli, contribuirono poi alla realizzazione dell’organo a canne nella chiesa dell’Eremo, collaudato nel 1940.
Al 1934 risalgono, invece, i primi contatti tra la Comunità monastica di Camaldoli e il Movimento dei Laureati di Azione Cattolica per la stipula di un concordato che permettesse l’uso della Foresteria per lo svolgimento annuale delle Settimane di cultura religiosa. Le lezioni tenute tra 1936 e il 1941 vennero raccolte nel volume Le settimane di Camaldoli. Cronache ed appunti (1942) dall’editrice cattolica Studium, fondata nel 1927 a Roma da mons. Giovanni Battista Montini e Igino Righetti, la stessa che nel 1945 pubblicò il Codice di Camaldoli o altrimenti Per la Comunità cristiana. Principi dell’ordinamento sociale a cura di un gruppo di studiosi amici di Camaldoli. Il volumetto rappresentava la sintesi di quel clima di ricerca spirituale e impegno politico che, tra il 18 e il 23 luglio 1943, diede vita al testo del Codice.
Nel 1940, allo scoppio della guerra, Camaldoli venne ritenuto un luogo sicuro per la sua posizione periferica, tanto da portarvi molte delle raccolte d’arte degli Uffizi. La situazione mutò quando nel 1944 Camaldoli si ritrovò sulla Linea Gotica.
Crocevia delle dolorose vicendelegate al passaggio del fronte a Camaldoli, fu il cenobio con la suaforesteria, per i quali, assieme al Sacro Eremo di Camaldoli, venne richiesta econcessa l’extraterritorialità, segnalata dalla bandiera dello Stato dellaCittà del Vaticano collocata sul campanile della chiesa. Già nel 1943 negliambienti del Sacro Eremo vennero nascosti ufficiali anglo-americani rimastibloccati dietro le linee nemiche, mentre nel cenobio e nella foresteria trovarono rifugio gli sfollati.
In questo tempo di prova la Comunità monastica divenne suo malgrado testimone delle atrocità che colpirono la popolazione civile nei paesi limitrofi: gli eccidi di Partina (13 aprile1944) e di Moggiona (7 settembre 1944).
La “colonna celere Agostini” parte alla guerra d’Etiopia, coorte volontaria forestale al comando del generale agronomo Augusto Agostini (primavera del 1936, foto Vitullo)
Lastra di rame per stampa calcografica con benedizione e firma di Pio IX
Raccolta di opuscoli a stampa a cura di Mauro Cappellari, salito al soglio pontificio con il nome di Gregorio XVI (1831-1846)
Napoleone Bonaparte Generale in capo dell’Armata d’Italia, 1796. Gettone per l’Armata d’Italia